Carlo Frisardi

Biografia                                                                                Opere

Carlo Frisardi è nato a Roma il 14 aprile 1949. Vive e lavora a Roma. Allievo di Pericle Fazzini all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha iniziato molto giovane ad esporre in mostre collettive; nel 1966 al circolo culturale “Pantheon” e nel 1969 alla galleria “Due Mondi” di Roma. Nel 1971 Frisardi espone per la prima volta in una personale al Circolo Unione di Civitavecchia. Dopo una lunga parentesi di isolamento, dal 1981 inizia un’attività espositiva personale e collettiva più continua e organica; allo “Studio 75” nel 1981 e nel 1982, alla galleria “Porto di Ripetta” di Roma nel 1983, con una presentazione in catalogo di Edolo Masci. Nel 1985 Duccio Trombadori presenta una sua personale alla galleria “La Gradiva” e presso la stessa galleria nel 1991 un’altra personale è presentata da Elio Pecora. Nel 1987 espone alla galleria Botti di Cremona. Altre collettive sono state quelle alla rassegna internazionale di pittura presso lo Chateau Musèe de Cagnes sur mer nel 1986, alla galleria “Art Message” di Roma, alla galleria “Il Punto” di Roma, nel 1987; all’Accademia d’Egitto e alla “Gradiva” nel 1990 e nel 1992. Nel 1994 la personale presso le scuderie di Palazzo Ruspoli dove Frisardi ha presentato i lavori degli ultimi dieci anni, con testo in catalogo di Sissi Aslan. Nel 1995 tre collettive alla galleria “La Vetrata”, alla galleria “Ca d’oro” di Roma e alla galleria “Trifoglio” di Pescara; nel 1996 personale alla galleria “La Vetrata” di Roma e alla galleria “Il Faro” di Belvedere Marittimo. Nel 1997 collettiva alla galleria “Andrè”. Nella stessa galleria terrà una personale nel 1998. Del 1999 la personale di Alberobello presso gli spazi del “Trullo Sovrano”. Nel corso di quest’anno Frisardi ha aderito al movimento WRITERS ACCADEMY, che intende consegnare alla storia il più popolare e diffuso metodo di comunicazione alternativa, nato per contrapporsi, in modo provocatorio ma non violento, al potere gestionale dell’informazione, questo linguaggio ha un senso, se non di protesta, quantomeno di segnale di presenza dei deboli e degli emarginati. E con tale significato è contemplato nell’immaginario collettivo dell’intera umanità.